Questa sezione è dedicata ad una parte dell’attività editoriale della Fondazione Corrado Alvaro che prende il nome di “Quaderni della Fondazione Corrado Alvaro”.
Dal 1997 ad oggi, la Fondazione, ha pubblicato la collana “Quaderni della Fondazione” realizzata in collaborazione con vari autori e diverse case editrici.
Gli anni compresi tra il 1806 e il 1815, comunemente definiti come “decennio francese”, furono certamente tra i più sconvolgenti e drammatici della storia del Mezzogiorno d’Italia. Anche San Luca, alle falde dell’Aspromonte, visse in prima persona quei tragici momenti, pagando a caro prezzo l’attaccamento e la fedeltà verso il Regno delle Due Sicilie. Nel 2011, a distanza di oltre due secoli dall’occupazione francese a San Luca, la Fondazione Corrado Alvaro ha ritenuto doveroso ricordare quelle giornate tragiche con un convegno storico sull’argomento. Di tale strage si è ritenuto opportuno, con il ricorso a validi studiosi, ricostruire le fasi alla luce dei documenti del tempo, con l’obiettivo precipuo di mantenerne viva la memoria di quel massacro.
(dalla Presentazione)
L’infanzia e l’adolescenza e buona parte della giovinezza , scriveva Alvaro in Memoria e fantasia , rappresentano «l’inventario dell’universo, la riserva dei tempi in cui avrà cessato di parlare la fantasia». è la motivazione per cui il segreto dell’arte , dall’antichità sino al presente , non è stato se non «il prolungamento delle visioni dell’infanzia e dell’adolescenza. Pittori e scrittori hanno trovato infiniti misteri e popoli interi di figure tra le poche persone del loro paese», o trapiantando il loro mondo originario, con la ricchezza delle sue inquietudini conoscitive e delle sue articolazioni fantastiche, nelle peregrinazioni in terre diverse e tra i labirinti delle nuove realtà urbane.
Consapevole che con la sua generazione si spegneva tutto un modo di concepire la natura, poiché la civiltà delle macchine stava creando una nuova razza di uomini, un nuovo paesaggio, una nuova estetica, Alvaro concludeva che l’imperativo etico dell’intellettuale, nel trapasso epocale tra due civiltà, è quello di vivere il proprio tempo restando sull’allarme, mentre quello dello scrittore, che vive in esilio l’altra parte della vita, è di continuare a nutrire la propria arte di nostalgia e di desiderio, con le intuizioni dell’infanzia e la leggerezza delle memorie che si riaccampano vive e vere dal contatto con una realtà irrimediabilmente diversa, dal quale promana la loro intrinseca felicità. […] Alla casa come epicentro degli affetti familiari, dei valori archetipici, delle memorie che illuminano il passato e colorano il presente del loro riflesso, è dedicato questo intenso ‘quaderno’ della Fondazione Alvaro, dovuto all’opera appassionata e sagace dell’équipe che si raccoglie volontaristicamente attorno all’istituzione, donandole il tempo che residua dal lavoro e dal sacrificio della vita familiare e consentendole di raggiungere traguardi prestigiosi e, apparentemente, impensabili. Il denso volume è articolato in nove capitoli attorno al tema tipicamente alvariano del viaggio: compiuto, questa volta, in un universo concentrazionario, costituito appunto dalla casa natale ed ora divenuto museo sacrale della memoria privata e letteraria dello scrittore.
L’autore, che non pretende né vuole essere uno storico, ma si presenta più semplicemente come un appassionato del proprio paese (San Luca), ha dello storico la passione per la ricerca delle fonti, per l’osservazione in prima persona dei luoghi della propria storia e la capacità di comprendere gli eventi chiave, i punti di svolta delle vicende che descrive. Fortunato Nocera avvia la sua monografia con una rapida, ma efficace, introduzione dell’Aspromonte evidenziando il profondo rapporto fra il paese e il massiccio montuoso sul quale sorge. Lo sguardo poi si restringe, sul territorio di San Luca, soffermandosi sull’orografia, l’idrografia, la flora e la fauna. Si passa poi alla parte più propriamente storica della monografia, partendo dalla preistoria e giungendo sino alla fondazione di Potamia, matrice dell’odierna San Luca, la cui storia viene ripercorsa sino ai tempi più recenti. (dalla Presentazione)
Non c’è aspetto – dell’attività di Alvaro nel campo della scrittura – che sia meno conosciuto di quella teatrale: solo ora il suo teatro viene per la prima volta raccolto in volume; e manca ancora un saggio che chiarifichi il ruolo ed il significato che esso ha avuto nello sviluppo del teatro italiano del Novecento. Eppure l’interesse per il teatro ha caratterizzato l’intero ciclo creativo di Alvaro: il suo primo tentativo drammaturgico è del 1923; l’ultima opera rappresentata è del 1949. Si può dire che Alvaro – amico e grande ammiratore di Pirandello – abbia costruito con pazienza artigianale, giorno dopo giorno, il corredo tecnico del suo essere scrittore di teatro, giungendo infine a quell’autentico capolavoro che è “La lunga notte di Medea”, uno dei pochi testi teatrali del Novecento destinati a durare nel tempo. (dalla Prefazione)
Con i suoi 10.000 e più ettari, il territorio del comune di San Luca è uno dei più vasti e interessanti di tutta la Calabria. Una finestra aperta sulla natura, dove storia e leggenda camminano a braccetto, consegnandoci tesori di straordinaria bellezza, scandagliati da Fortunato Nocera, appassionato di storia locale, che combina il metodo storico con l’arte del narrare, guidandoci per tutto il territorio sanluchese, che rappresenta la parte più interessante di tutto l’Aspromonte. Il Bonamico (o Buonamico), Pietra Cappa, Pietra Lunga, il Castello delle tortore, la storia dei tanti monasteri disseminati lungo tutto il profilo della valle, il lago degli Oleandri, la storia del parco letterario intitolato a Corrado Alvaro, e la bellezza antica e suggestiva del Santuario di Polsi, rappresentano la favola antica e moderna di un paese che ha alle spalle circa 5 secoli di storia, prima si chiamava Potamìa, i cui resti, ruderi della memoria, ci ricordano che per costruire il nostro presente e il nostro futuro c’è bisogno di guardare a quello che è stato il nostro passato.
In occasione del 50° di sacerdozio di p. Stefano De Fiores, la Fondazione Corrado Alvaro ha omaggiato con questo libro, a nome di tutta la popolazione di San Luca, un figlio e cittadino illustre della nostra comunità. Il titolo “Da Polsi a Loreto con Maria nel cuore”, traccia indelebilmente il cammino fin qui compiuto da padre Stefano De Fiores, straordinario interprete dello studio della Mariologia. Tutto quanto viene scritto in questo libro, attraverso le varie testimonianze rese sulla vita, la personalità e l’attività culturale di padre Stefano De Fiores, si ritrovano unite su di un filo conduttore sottile, ma stabile, nascosto ma vero, che si intravede nell’espressione piena di orgoglio di una delle tante testimonianze: il professore della Pontificia Università Gregoriana, il mariologo di fama mondiale, il giramondo poliglotta esploratore di biblioteche ed archivi, storico ed esageta, è partito da qui, San Luca (RC). (dalla Presentazione)
In questo libro, un’iniziativa dell’Associazione Culturale C.Alvaro “Il nostro tempo e la speranza”, supportata dalla Fondazione Corrado Alvaro e la Parrocchia Santa Maria della Pietà, gli unici punti di riferimento di un paese povero fino all’osso, troverete i contributi e le analisi di chi, don Giuseppe Signati ha avuto la fortuna e il privilegio di conoscerlo di persona, e di chi invece ne ha sentito soltanto parlare attraverso la voce forte e saggia dei più anziani. Un insieme di conoscenze dirette e indirette che fanno emergere in tutta la loro bellezza e forza la figura di uno dei sanluchesi più importanti ed amati, la cui straordinaria operosità spirituale e sociale, è stata stroncata da un destino crudele, quando aveva giunto la sua punta più alta. (dalla Prefazione))
Tra Corrado, il più anziano dei figli di Antonio Alvaro e Antonia Giampaolo, e Massimo, il più piccolo, c’erano 19 anni di differenza. Una differenza dì età che fa pensare a due mondi diametralmente lontani e incapaci di incontrarsi. Invece, tra i due, intellettuale e scrittore di respiro internazionale il primo, sacerdote saggio e umile il secondo, titolare di studi classici che gli hanno permesso di acquisire un bagaglio culturale di primo livello, esisteva una precisa sintonia che poi era figlia della personalità spiccata di entrambi. Attraverso questo quaderno, che costituisce un biglietto da visita della Fondazione Nazionale Corrado Alvaro, si tenterà di dare un giudizio completo sul prete, servo di Dio e degli uomini, ed illuminare, nello stesso tempo, l’intellettuale raffinato e discreto, divenuto nel tempo colui che meglio di ogni altro ha saputo difendere e diffondere il messaggio letterario del più anziano fratello, morto prematuramente a 61 anni, un’età in cui, per uno scrittore, inizia una nuova vita, quella della maturità
Nonostante gli studi e i convegni, Alvaro resta un mistero da esplorare. È un autore complesso che sfida ogni approccio unilaterale. Rimane calabrese ed europeo, interprete inarrivabile della cultura pastorizia e testimone privilegiato della cultura tecnologica. In lui convergono dialetticamente una forza centrifuga che lo fa uscire dall’ambiente nativo ed una spinta centripeta che ve lo riporta dopo il confronto serrato con la città moderna. Ha rivolto la sua attenzione letteraria al passato (Gente in Aspromonte) al presente (L’uomo nel labirinto) e al futuro (Belmoro). La sua maturità letteraria provoca una fierezza tra gli abitanti di San Luca, poiché un paese che ha prodotto un figlio come Corrado Alvaro non può consegnarsi allo scoraggiamento, né essere indiscriminatamente disprezzato. (dalla Presentazione)
Pubblicato nella sua prima ed unica edizione da Carabba bel 1925, rivede finalmente la luce con il corredo di un’acuta introduzione di Antonio Delfino, un’utile nota biografica e un appendice anch’essa anastatica, in cui viene riprodotto il testo della conferenza fiorentina dal titolo “Calabria” che Alvaro stampò nel 1931, a Firenze. Il 1925 fu un anno duro per Corrado Alvaro, il quale aveva pubblicato un profilo di Luigi Albertini, un violento atto d’accusa contro il fascismo. Lo scrittore, in difficili condizioni economiche, accettò la proposta dell’editore Carabba di curare una collana di sussidiari e di antologie per le scuole. Nacque così “La Calabria. Libro sussidiario di cultura regionale”, pubblicato dall’editore di Lanciano nel 1925. Un libro che ancora conserva il suo fascino e la sua valenza, che qui si propone in edizione anastatica insieme a un altro scritto di Alvaro, il testo di Calabria, la conferenza tenuta al ‘Lyceum’ di Firenze nel 1931 e pubblicata nello stesso anno dall’editore Nemi.
Quello che avete tra le mani è un testo eccezionale, controcorrente, un libro bellissimo che merita di essere letto e riletto, lentamente. Una straordinaria testimonianza sulla vita materiale della gente di San Luca, della Calabria e dei sud del mondo. Una storia locale che ha la forza ed il fascino di una storia universale… La Calabria prima della ’ndrangheta, prima della modernità, dell’arrivo dell’energia elettrica, del cosiddetto progresso… la Calabria prima della Seconda guerra mondiale era una terra di uomini e donne super sfruttate, di vita durissima, di pochi gnuri che spadroneggiavano su intere popolazioni… Storici, economisti, sociologi ed antropologi dovrebbero leggere questo libro, farlo adottare nelle scuole superiori fino all’università. I meridionali, ed i calabresi in modo speciale, hanno diritto a riprendere in mano la propria storia, a scavare nelle proprie radici, per progettare un futuro migliore per questa terra.
(dalla Presentazione)